L’ansia è la patologia psichiatrica più comune in Italia., sono vari i modi per combatterla ed alcuni sono anche semplici da applicare.
Il termine è ormai entrato a far parte del nostro lessico quotidiano (molte volte anche in modo inappropriato) quando ci stiamo riferendo anche a stati d’animo semplici di tensione o preoccupazione per un dato evento. Cercando di entrare più nello specifico però, cos’è l’ansia e cosa sono i cosiddetti disturbi d’ansia?
La psichiatria come la medicina tutta, hanno naturalmente origini lontane che nel corso di migliaia di anni di sviluppo ed evoluzione scientifica che tutt’oggi continua ci hanno portato al mondo che conosciamo oggi. Già Ippocrate nel suo Corpus Hippocraticum, una raccolta di testi suoi e dei suoi allievi raccolti tra il 460 a.C. e il 370 a.C. descrive i disturbi d’ansia (in quel caso una fobia) di un uomo chiamato Nicanor.
Un viaggio lungo migliaia di anni che oggi ci porta ad una definizione univoca. Possiamo parlare di disturbi d’ansia quando un soggetto soffre uno stato di preoccupazione specifica o paura eccessiva rispetto alla situazione reale.
Ad oggi, l’ansia è la malattia mentale più diffusa in occidente. Negli Stati Uniti secondo un recente studio oltre il 19% degli adulti sperimentano un qualche tipo di disturbo d’ansia ogni anno. Naturalmente ne esistono di diversi tipi:
Tali disturbi possono manifestarsi sia a livello fisico che emotivo e possono essere i più disparati. Dalla tensione o irrequietezza fino alla frequenza cardiaca o problemi gastrointestinali e disturbi del sonno. Tolti i trattamenti specifici con farmaci, esercizio fisico o terapie volte a rilassare la psiche del paziente c’è una regola generale da seguire. Stiamo parlando della regola dei 3 3 3.
Avete mai visto Inception? Nel film Leonardo DiCaprio interpreta un “ladro” che riesce a entrare nei sogni delle proprie vittime dopo che queste sono state addormentate profondamente. I sogni hanno vari livelli di profondità e più si va a fondo all’interno del sogno e più sarà difficile distinguerlo dalla realtà.
Per far sì che ciò non avvenga, chi entra nei sogni di una persona deve essere munita di un “totem”, un oggetto semplice del quale però solo il possessore conosce il reale peso e forma. Questo strumento serve non solo per capire se si è all’interno di un sogno o meno ma sostanzialmente a rimettere i piedi per terra e ricollegarsi con il mondo reale. La regola del 3 3 3 funziona sostanzialmente nello stesso modo.
Questa regola è la prima alla quale pensare nel momento in cui si sta soffrendo di uno dei disturbi dell’ansia descritti. L’esempio tipico è quello dell’attacco di panico e il suo di utilizzo ha letteralmente cambiato la vita di migliaia di persone che grazie ad essa hanno imparato a gestire momenti del genere. Coinvolge tre sensi, vista, tatto e udito per radicarsi sul momento presente e quindi gestire il disturbo che si sta vivendo in quel momento e consta sostanzialmente di tre passaggi fondamentali_
Bisogna guardarsi intorno e prendere coscienza di tre cose che si possono vedere. Per esempio si possono scegliere tre oggetti che si trovano davanti a noi, dichiarare ad alta voce cosa sono, perché verbalizzare quanto si vede aiuta a rafforzare l’osservazione dei dettagli.
Toccare tre oggetti, tre cose che sono intorno a te per dargli una consistenza. Coinvolgere il senso del tatto e descrivere la sensazione che si prova.
Ascoltare e distinguere tre suoni, vicini o lontani non importa. L’importante e concentrarsi su tre suoni e descriverli e riconoscerli nitidamente.
Ma quindi in che modo questa tecnica dovrebbe aiutare l’ansia? La regola del 3 3 3 in buona sostanza aiuta a razionalizzare il mondo che ci circonda e capire che la situazione che si vive non è di reale pericolo. Concentrarsi sull’ambiente, sul qui e ora evita pensieri ansiosi perché si concentra la propria attenzione non più su quello che sta succedendo a noi ma a quanto sta succedendo attorno a noi.
Toccare, vedere, ascoltare, utilizzare in modo consapevole i nostri sensi ci permette di poter spostare il focus verso altro e combattere così un disturbo dell’ansia che in quel momento ci sembra ci stia soffocando.
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