In tema di pensioni, cosa si intende per “diritti inespressi”? Ed in che modo possono comportare un aumento della mensilità? Scopriamolo insieme.
In base alle norme vigenti in tema di pensioni, in alcuni specifici casi c’è un modo per aumentare l’ammontare mensile di cittadine e cittadini pensionati: si tratta del recupero dei cosiddetti diritti inespressi. Di cosa si tratta? Ebbene, i diritti inespressi sono trattamenti economici spettanti – appunto – di diritto, ma che non vengono concessi se non vengono espressamente richiesti dai diretti interessati.
In base alle normative attualmente vigenti, i diritti inespressi possono essere richiesti dai percettori di una pensione mensile inferiore a 750,00 euro. Farlo è molto semplice: è sufficiente avanzare domanda direttamente all’Istituto erogatore, ovvero all’INPS, scegliendo tra la modalità telematica online attraverso il portale istituzionale dell’Istituto oppure recandosi fisicamente presso i CAF ed i patronati operativi sul territorio.
E sottolineiamo un aspetto essenziale: se il pensionato non presenta domanda specifica, i diritti spettanti non vengono riconosciuti dall’Istituto. Ed il loro destino, dunque, è quello di rimanere “congelati” fino a giungere al loro termine naturale di prescrizione, andando così perduti senza possibilità di appello. Dunque scopriamo quali sono e come accorgersi se ci spettano oppure no.
Alcuni esempi di diritti inespressi e come ottenerli
Quali sono dunque i diritti inespressi che riguardano le pensioni? Ebbene, tra i diritti inespressi figurano la quattordicesima mensilità, l’assegno famigliare per pensionati autonomi, le integrazioni dovute per il trattamento minimo, le maggiorazioni sociali a partire dal sessantesimo anno di età, le maggiorazioni per ex combattenti e le prestazioni per gli invalidi civili, la pensione di cittadinanza e l’assegno al nucleo famigliare per i pensionati dipendenti.
E per accorgersi se uno dei diritti, o più, non viene incluso nell’ammontare mensile del proprio trattamento pensionistico, c’è un metodo che potremmo definire “infallibile”: ovvero controllando il modello Obis M della propria pensione. Si tratta di un modello riepilogativo del trattamento riservato al pensionato e indica tutte le trattenute, fiscali e sindacali, nonché gli aumenti applicati a causa della rivalutazione automatica.
Monitorando di mese in mese il modello, è possibile comprendere se alcune voci (tra cui, per esempio, eventuali ritenute erariali, addizionali regionali e comunali, contributi di solidarietà e simili) non siano state erogate automaticamente, pur spettando ai pensionati di diritto. E attenzione: perché anche i diritti inespressi sono soggetti a prescrizione, pari ad un periodo massimo di cinque. Tempus fugit!